Ideata verso la fine degli anni '70 e realizzata nel 1981, fu socializzata nell'ambito della "Collettività anarchica di solidarietà", fondata a Barrali nei primi anni '60 dal militante anarchico Tomaso Serra; originariamente si chiamava "Arkiviu-bibrioteka de kurtura populari", fu intestata a Tomaso Serra dopo la sua scomparsa, nel 1985.
Ai due fondi originari, quello del gestore e quello di Tomaso Serra (costituito dall'archivio e dai libri che l'attivista anarchico aveva raccolto in vita e poi donato alla comunità), si sono aggiunti, per donazione volontaria, vari altri fondi personali di anarchici sardi come Pietrino Arixi di Villasor e Giovanni Tolu di Sassari e, nel tempo, il materiale prodotto dal variegato movimento anarchico operante nell'isola (Macomer, Ovodha, Aritzo-Belvì, ecc.). Il costante acquisto delle novità librarie, dei periodici, l'acquisizione di biblioteche personali di militanti anche noti a livello internazionale per il loro spessore culturale (come, ad esempio, Alfredo M. Bonanno), in un quarto di secolo ha dato vita alla struttura attuale, unica in Sardegna, che si proietta a livello internazionale come uno dei più significativi tra i, non molti, centri di documentazione sulla storia dei movimenti anarchici e libertari, operai, rivoluzionari, con una particolare attenzione anche a quelle che gli antropologi culturali definiscono "culture subalterne".
È da segnalare anche la collezione di manifesti, volantini e da-tze-bao (spesso manoscritti).
La biblioteca, aperta al pubblico, è utilizzata dai militanti, ma soprattutto da laureandi, studiosi e ricercatori in discipline politiche e sociali e dei movimenti rivoluzionari.
Il recente ingresso nel Sistema Bibliotecario Nazionale, con l'adesione al Sistema regionale SBN della Sardegna - Polo CAG, ha consentito alla biblioteca e al suo patrimonio di avere maggiore visibilità: attualmente sono presenti sul catalogo regionale on-line le descrizioni di quasi 9 mila monografie (su un patrimonio stimato in 13-15 mila unità, inclusi gli opuscoli) ed è in corso la catalogazione dei periodici e dei numeri unici (l'emeroteca conta circa 2 mila testate).