Diddinu Chironi. Un antifascista nuorese davanti al Tribunale Speciale

Presentazione del libro di Marina Moncelsi nella Biblioteca S.Satta di Nuoro.

Il Consorzio Pubblica Lettura "S.Satta" - Nuoro, Il Maestrale, l'Istituto per la Storia dell'Antifascismo e dell'Età contemporanea nella Sardegna centrale, la Libreria Novecento, invita alla presentazione del libro Diddinu Chironi. Un antifascista nuorese davanti al Tribunale Speciale di Marina Moncelsi (edizioni Il Maestrale)

Quando - martedì 31 marzo 2015 ore 18:00
Dove - Auditorium Biblioteca "Sebastiano Satta" - Nuoro

Alla presenza dell'autrice, interventi di:
- Annabella Gioia Direttore IRSIFAR - Istituto romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza
- Luciano Maccioni, Professore

Coordina:
- Vannina Mulas, Commissario straordinario Consorzio Pubblica Lettura "S.Satta" - Nuoro

Il personaggio: la vicenda politica ed umana dell'unico nuorese condannato dal Tribunale Speciale fascista: Giovanni Agostino Chironi, per tutti semplicemente Diddinu, è l'oggetto del volume che si presenta. Nato nel 1902, fu tra i fondatori del PCI locale dopo la scissione di Livorno. Appena sedicenne iniziò a lavorare presso le Ferrovie Sarde, da dove fu licenziato con la legge fascista sullo scarso rendimento, in realtà per le sue idee politiche. A Roma (dove lavorò come tipografo dal 1924) entrò in contatto con Antonio Gramsci e l'organizzazione del partito, nonostante questo fosse stato messo fuori legge. Arrestato nel 1928 per ricostituzione del partito comunista e propaganda antifascista, fu condannato a sette anni di reclusione e altri tre di vigilanza speciale. Gli interrogatori feroci a cui venne sottoposto a Regina Coeli gli provocarono una lesione permanente ad un occhio, ciononostante non confessò e non tradì i compagni di lotta. Respinse la domanda di grazia inviata dal padre e scontò quattro anni e mezzo di carcere, vi si ammalò e uscì per l'amnistia del decennale della marcia su Roma. Dal dicembre 1932 fece rientro a Nuoro, dove esercitò nuovamente la professione di tipografo e mantenne rapporti con l'antifascismo locale, sempre sotto l'occhio vigile della polizia e dell'OVRA. Si sposò ed ebbe una numerosa famiglia, ma solo con la caduta del fascismo potè trovare quella libertà per la quale aveva tanto lottato. Fu il primo segretario provinciale del PCI nel 1945, dopo aver fatto parte della Commissione per la defascistizzazione (nominato dal CNL) e dal 1946 sedette sui banchi del primo Consiglio Comunale della Nuoro del dopoguerra.

Il libro: Giovanni Agostino Chironi, meglio noto come Diddinu (Nuoro 1902 – 1987), tipografo di professione, nel corso della sua vita dedicata alla famiglia, al lavoro e all'attivismo nel PCI, ha sempre saputo tenere saldi i valori della libertà e della dignità umana, e per essi ha combattuto. Suo malgrado, li ha dovuti forgiare nelle carceri fasciste: condannato nel 1928 a sette anni di reclusione per i reati di ricostituzione del partito comunista e propaganda. Sulla figura dell'antifascista si concentra il profilo delineato da Marina Moncelsi in questo libro, con particolare attenzione per gli anni che vanno dal 1920 al dopoguerra. Attraverso un'estesa ricerca d'archivio ed un uso accurato e coscienzioso di memorie scritte e orali, l'Autrice racconta l'uomo e il politico, riuscendo nell'intento di animare intorno alla figura di Chironi scenari inediti della lotta contro il regime e dell'oppressione fascista; scenari popolati da appassionati libertari, vittime, carnefici e delatori. Un libro di storia, politica e sociale, ma anche un libro che è storia intima di sguardi, da quelli amorosi fra Diddinu e Chicchina, compagna di una vita, a quelli silenziosamente eloquenti di Antonio Gramsci nei corridoi della prigione. Per tutta la sua vita, nel partito e nell'attività professionale, Chironi lottò per migliorare le condizioni dei lavoratori. Morì nel dicembre del 1987, e volle per sé funerali senza prete. Una folla immensa lo accompagnò al camposanto assieme alla banda della città di Sassari che suonava per lui le musiche di Mozart che aveva tanto amato.

L'autrice: Marina Moncelsi vive a Nuoro, dove insegna nelle scuole medie superiori. Presidente dell'Istituto per la Storia dell'Antifascismo e dell'età contemporanea nella Sardegna Centrale (ISTASAC), ha svolto ricerche sul fascismo in Sardegna e sulla deportazione, pubblicando saggi su riviste specializzate. Con l'Associazione Culturale Janas ha realizzato il documentario Una storia, due vite, sui partigiani Antonio Mereu e Piero Borrotzu. È in Sardegna l'unica master in Didattica della Shoah, e ricopre la carica di vicepresidente dell'Associazione di Studi Storici OLOKAUSTOS, che ha sede a Venezia.